Le logiche produttive non riguardano il futuro e la palingenesi è vicina.
Soavità di saggi, opposta alle sciocchezze, vorrebbero che ci apparisse il silenzio dei politici, avverso alla voce, non più solitaria, di chi ci informa e li accusa. Si tratta invece dell’ammutolire dei traditori, complici dello sfruttamento dei popoli. Il disegno appare sempre più preciso e dettagliato, il ruolo di ognuno più delineato; e da un po’ cominciano a cadere figure dal tono prestigioso, mostrando un povero scheletro di miserie morali e impostura. Gli imperi non hanno attitudine alla preventiva autodiagnosi e muoiono per stupidità. Il crollo avvenga oggi o domani, ma per appassimento meschino, senza sangue; la rinascita giunga leggera, come un canto di vergini. Questa rivoluzione non è d’ira né di furore, è la rivoluzione dei filosofi e dei giusti.
Il silenzio dei conservatori non si stende soltanto sul signoraggio e sulla tirannia della finanza, ma copre ogni vera causa e nasconde i responsabili delle anomalie e degli inquinamenti.
Propagande martellanti ci instillano intanto l’idea che il nostro stesso esistere sporca il pianeta: siamo “il problema demografico”. Ci chiamano consumatori, non uomini. Descrivono le conseguenze che ha sull’atmosfera il nostro respirare, ci accusano di esaurire l’acqua; ci contano nel 2050 già oggi. A causa del nostro esistere – ci fanno intendere – il pianeta si ammala, il mare muore, le specie si estinguono. Ci convinceremo presto che occorre una certa “igiene”. Del resto, è già in atto con la sterilizzazione di masse inconsapevoli, allattandole e vaccinandole. Nel frattempo, la propaganda fa il suo effetto su giovani uomini e ragazze, i quali volontariamente cominciano a offrire la loro fertilità al bisturi; quando diventerà una pratica largamente accettata, insieme all’eutanasia e allo sterile per antonomasia matrimonio omofilo, sarà superfluo sganciare bombe; e il culmine della civiltà sarà il genocidio consapevole. Incredibile!
Tenta infatti di rendere incredibile lo sfoltimento programmato, un’obiezione che pare forte: “Non è più logico pensare che i dominatori planetari puntino sulla crescita della popolazione per l’incremento degli affari? I padroni delle fonderie, i gran gestori di capitani di navi senza numero che portano le merci per i mari, i vigili dell’immenso flusso dei carburanti, di persone e denaro è mai pensabile che vogliano spegnere i forni, far marcire le navi e lasciare alle ragnatele degli hangar i panciuti aeroplani? Via, nessuno è interessato al dimagramento demografico”.
Per accettare una verità a cui non si è mai pensato, occorre un momento d’illuminazione e non bastano buoni argomenti. Deve essere sollevato un nostro velo interno, prima che quello sui fatti. Respirare lento.
I soggetti che stanno dietro alla macchina globale, nelle loro grandi sale da biliardo, indugiano a calcolare il carambolare delle biglie; e guardate come va in buca la palla che non avreste pensato. Nel gioco complesso della fame e della ricchezza, del potere e della disperazione, qual è l’intenzione della stecca?
Le logiche produttive e la prestigiazione finanziaria dovrebbero valere ancora oltre il raggiungimento dello scopo per cui sono in moto? Quali ricchezze ulteriori inseguirebbero, se già l’Eden loro appartiene? Questa è la situazione, che va diventando sempre più palese perché siamo alla resa dei conti, all’atto finale, e non vorremmo crederci.
Chi è divenuto padrone della terra, non è plausibile che ora voglia godersela? –Ciò è troppo spietato, non può essere vero? – Perché? Quale misericordia trovate nella storia?
Tanta gente non serve più, non occorre sprecare altra fatica per manipolare nazioni ed eserciti. Nella logica del potere, nei suoi aspetti materiali e psichici, non c’è la condivisione della terra, della bellezza e della gioia, né l’uso della tecnologia per il benessere di tutti. Il potere è alieno, contro l’umano. La tecnologia e gli eserciti non sono puntati su altro nemico che i popoli.
Per il millennio d’oro, bastano qualche milione di signori planetari e alcune centinaia di milioni di schiavi e servi ben pasciuti.
Ma molti lavorano affinché il giorno che dovrà nascere sia invece umano.
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