il fuorviante uso della parola
Umberto Eco, con il suo opuscolo dallo stile abbastanza pedestre “Il complotto” ha dato autorevole crisma ai pappagalleggianti che stigmatizzano con alquanto disprezzo i complottisti, che sarebbero quelli che vedono inesistenti intrighi a danno del popolo da parte di elite dominanti. Un pasticcio linguistico, accolto con prosit dai qualunque bevitori.
Il complotto è un progetto segreto ai danni di chi detiene il potere. Ora, se non si vuole avvalorare come vera la corbellata del popolo sovrano, chi agisce a danno di questo è da sempre il potere reale, che non ha bisogno di complottare, avendo l’impunibile signoria di gabbare.
Le cose stanno così, da sempre. I più forti, o perché hanno le terre, le mandrie o l’esercito o il denaro, vessano e sfruttano tutti gli altri. Cosa formi questo diritto, tuttora vigente palesemente, si potrebbe ben approfondire; ma in sostanza esso mi pare fondato soprattutto su una debolezza della psiche degli assoggettati, che però si sveglia di tanto in tanto e mugugna o petisce (vedere la vergognosa etimologia di petizione).
I cortigiani usano anche i mezzi più vomitevoli per sbeffeggiare questi ultimi, gli inermi protestatari cioè, e tacitarli, in nome del sacrosanto, del legittimo e del benefattore. Si accreditano fra loro: sono tutti eminenti. Merdoso chi non si accoda.
Ma il complotto, direi il Complotto, è la rivolta del più debole variamente ingiuriato, che per evitare di essere spento lo trama in segreto, pur nell’eroica coscienza che la statistica non è in favore del suo successo e che anzi quasi sicuramente verrà soffocato. Al giorno d’oggi, questo tipo di complottisti fanno pena persino ai complottisti.
I complottisti in voga respingono quest’appellativo, argomentano; e preparano un nuovo partito politico. Cacchio, anch’essi hanno capito che ciò che rende è stare in sella! Date loro anche un sellino, e facciamola finita!
La verità è che non c’è mai stato complotto o rivoluzione che abbia potuto stabilire una vera giustizia, un equilibrio dolce fra le anime. Mai ha potuto determinare una vera civiltà. Tuttora valgono le forze! Politiche, all’interno delle nazioni; militari, strategiche e finanziarie, in ambito delle potenze (!) internazionali. Come devono dirlo meglio? Conta la forza! Giustizia, niente!
Il complotto, per instaurare la democrazia reale, la civiltà: mera utopia.
Amici, io devo dichiarare ora di essere un obsoleto romantico, un complottista. In pectore, naturalmente. O in pagina, se preferite. Anche io ho famiglia.