Troppi giocolieri con guanti, cappelli e virtuosismi vari
l’hanno fatta rimbalzare,
troppi di noi incantati a guardarli,
imitandoli mentre il sapore, l’odore
dell’olio di palma, della soia, della legna da ardere,
di tutto l’inutile commisto a falsa eleganza
uccidevano
alberi, animali, mari, ghiacciai,
troppi di noi a cantare,
senza avvertire i suoni degli esseri a cui eravamo legati
da nessi essenziali, troppi di noi a stimolare l’offerta di un mercato
che ha estratto dalla viscere l’equilibrio di secoli
distruggendo sinergie, sinfonie, simbiosi, molecole giuste che ci avrebbero amati,
troppi di noi a percepire l’obsolescenza programmata
dai grandi
e a buttare gli scarti
là dove muoiono i semi.
Troppi di noi potrebbero tingersi i pensieri di nero petrolio,
di carestie, di guerre, di morte
se non ritroviamo ora dalla terra i colori!