Dalle voci eco del paese festa
Vengono alla mente suoni e profumi,
Chiudo gli occhi ed il cuore,
Faccio entrare immagini già viste.
Porto alle labbra un vino scadente,
La sua amarezza il mio Io,
Ed in lontananza si sveglia l’odore
Dell’olio ripassato, della birra, del popolo.
Colto dal fato chi non vive l’ombra,
Sorrisi e brindisi fatti di balli
Senza virtù, senza pretese,
Giullari senza re, regine della festa.
Beata semplicità ch’io non vivo,
Perché preso per mano
Dall’amica antica che ombra vive,
Beata felicità ch’io avevo.
Suona l’arpa ed il violino,
Mi accoglie fra le sue grazie,
Mi lusinga e m’addorme,
Di sale vesto le guance.
La Solitudine che avevo dimenticato,
L’amica che mai m’ha tradito,
Ma da sempre ha vestito
Questi eterni passi infelici.
Lama 6 giugno 2019